Ecco BING, il nuovo motore di ricerca proposto da Microsoft che da oggi, 3 giugno 2009, verrà lanciato al posto del vecchio Live Search. Il gigante americano di software spera così di ridurre il ritardo accumulato negli anni nei confronti di Google, incontrastato leader mondiale del settore ricerca sul web. Per fare questo ha dato vita ad una sontuosa campagna di pubblicizzazione che dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni di dollari, ma che potrebbe non bastare ad insidiare il primato di Google, almeno per i primi tempi. Infatti, oltre a migliorare l'interfaccia grafica di ricerca e ad affinarne i criteri di cernita tra le infinite possibilità del web, Bing dovrà riuscire a farsi largo tra gli utenti che effettuano ricerche sui motori di ricerca, riuscendo a far associare il nome Bing all'atto della mera ricerca sul web. Un po' come accade ora per Google, che tra i più è ormai un sinonimo incontrastato della ricerca sul web. Per fare ciò, Microsoft ha innanzitutto puntato sul nome. Quello che inizialmente doveva chiamarsi KUMO, è poi stato modificato nella sua versione di lancio "beta" in BING, nome più accattivante secondo lo staff marketing e ricerca della azienda americana di Redmond. Secondo i maligni, Bing potrebbe essere l'acronimo di "But Is Not Google" (ma non è Google), anche se questa potrebbe essere solamente una voce tendenziosa. Di fatto anche questa possibilità potrebbe rientrare in una strategia di marketing per accrescerne il brand, obiettivo principe della campagna lanciata da Microsoft. Dal punto di vista tecnico, BING ha fatto una scelta radicale che vorrebbe cambiare l'approccio degli utenti verso i motori di ricerca, spostando il focus verso quello che verrà identificato come "Motore Decisionale". Microsoft parte dalla consapevolezza che i contenuti disponibili online sono in costante aumento e che diventa sempre più difficile reperire online le informazioni di cui si ha bisogno. Da qui l'idea di un nuovo indice dei risultati che aiuterà le persone a reperire più facilmente le informazioni pertinenti e aiutarle nella scelta di un prodotto o di un'azienda, creando un motore di ricerca specializzato per aree merceologiche ben definite, in modo da eliminare alla foce tutti quei risultati che non aiutano la ricerca dell'utente. Sarà il tempo poi a stabilire se l'evoluzione in questo senso dei motori di ricerca porterà i suoi frutti, oppure se anche questo tentativo (seppur faraonico) si risolverà in una bolla di sapone e Google continuerà a rimanere l'unico serio referente in materia di ricerche sul web.
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