Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori (del web?)
Qual è quindi la situazione in Italia per quando riguarda la DX di utenti e, soprattutto, imprese? A quanto pare, non molto buona: nell’indice globale del DESI siamo in fondo, al 25mo posto sui 28 Stati dell’Unione, e siamo cresciuti poco anche nel 2017 (2,9 punti rispetto ai 3,2 della media europea). Come viene sottolineato, «la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali».
Per il 90% delle aziende italiane il livello di digitalizzazione è basso o molto basso e solo 1 su 10 ha un livello di digitalizzazione alto (per intenderci la Danimarca, al primo posto, è al 42%). Buoni risultati sono raggiunti, sembra, solo dalle grandi imprese (o da quelle del settore informatico). Ma cosa considera il livello di digitalizzazione delle imprese? Ecco alcuni punti:
- Presenza di un sito web;
- Livello di interattività del sito (che non dovrebbe essere una vetrina statica);
- Uso dei social media;
- Almeno il 50% dei dipendenti usa Internet (chiaramente è più facile in alcune business area);
- Avere un CRM;
- Fornitura ai dipendenti di cellulari o tablet aziendali;
- Vendita di prodotti o servizi online e avere store online propri.
In questo campo l’Italia recupera qualche posizione ed è 20ma (anche se l’anno scorso era 19ma). Tuttavia, secondo un report di Capgemini, solo il 36% delle imprese italiane pensa di avere le competenze per affrontare la DX: quasi la metà però dice di aver investito nella formazione digitale dei propri dipendenti.
Gli investimenti sono sicuramente in aumento, ma siccome siamo partiti dopo gli altri dobbiamo recuperare: la digitalizzazione delle imprese italiane è ancora troppo lenta. L’Italia, come sappiamo, è fondata sulle piccole e medie imprese. Visto il patrimonio, soprattutto artigianale e di qualità, delle PMI italiane, il rischio che vengano divorate dalle grandi imprese o che spariscano nel mare del web è molto alto. Se le imprese italiane non accelereranno il loro processo di digitalizzazione, rischiano di rimanere tagliate fuori dal contesto produttivo, europeo e globale. Sarebbe per noi una perdita enorme, dato che a livello manifatturiero siamo uno dei paesi più apprezzati al mondo.