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Quali sono le basi della SEO?

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Quali sono le basi della SEO?
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Le basi “immortali” dell’ottimizzazione sui motori di ricerca

Ogni anno – ma in realtà la cadenza è molto più frequente – escono nuovi consigli, best practice, trucchi e segreti da applicare alla propria strategia SEO, per ottenere risultati più efficaci, ROI più elevati, con tempi più brevi. All’aggiornamento successivo, molti di questi consigli vengono sovvertiti e si scopre che in realtà ora la strategia migliore è proprio l’opposto.

 

Come ogni ambito del Digital Marketing, anche la SEO risente fortemente di nuove innovazioni tecnologiche e svolte nel mercato (basti pensare agli smart speaker e alla ricerca vocale) oltre che, ovviamente, delle novità negli algoritmi dei motori di ricerca (come BERT). Alcuni princìpi base, tuttavia, rimangono inalterati nel corso del tempo e sono sempre validi praticamente da quando la SEO esiste – eccetto, forse, l’eccezionale importanza data al mobile negli ultimi anni.

Ecco perché all’interno del mondo SEO troviamo sempre novità di metodo e di approccio, ma anche alcuni inossidabili evergreen che vanno sempre considerati per avere una strategia efficace nel medio-lungo periodo, ovvero dove l’ottimizzazione porta i risultati migliori. Di seguito alcuni consigli SEO sempre validi per una strategia che funziona in un mondo che cambia continuamente.

Dati strutturati

Per far trovare i tuoi contenuti dall’utente che ti sta cercando – o che sta cercando i tuoi servizi e prodotti, pur non sapendolo ancora – il motore di ricerca (Google soprattutto) deve sapere cosa c’è nel tuo sito, per indicizzarlo al meglio e offrire il giusto contenuto al giusto utente. Il nostro obiettivo deve quindi essere quello di far capire in modo semplice e immediato cosa proponiamo e perché siamo la soluzione giusta per chi ha digitato una certa query.

I dati strutturati, lo spiega Google stessa, servono proprio a questo, ovvero a far capire al suo crawler cosa si trova all’interno di ogni pagina del tuo sito:

“Google utilizza i dati strutturati che trova sul Web per comprendere il contenuto della pagina, nonché per raccogliere informazioni sul Web e sul mondo in generale.”

Questi sono dati standard che forniscono al motore di ricerca indicazioni sul contenuto specifico di ogni singola pagina e, se ben predisposti, possono abilitare anche funzionalità e risultati di ricerca speciali (come featured snippet e knowledge graph). I dati strutturati possono poi essere personalizzati a seconda del cliente, del settore in cui opera e del contenuto specifico – una ricetta, una pagina prodotto, l’articolo di un blog. In generale sono una pratica fondamentale per aiutare il motore di ricerca (e quindi l’utente) a capire cosa offri e come trovarti.

I dati strutturati sono un formato standard che serve a fornire indicazioni su una pagina e il suo contenuto. Sono quindi stringhe di codice – ad esempio in JSON-LD – che Google può facilmente leggere per stabilire cosa si trova all’interno del tuo sito.

Freschezza dei contenuti

Contenuti freschi e aggiornati sono, presumibilmente, più attendibili e degni di fiducia rispetto a contenuti vecchi e molto datati. Il fattore della freschezza del contenuto influenza molto sia il crawler di Google che l’utente. Ovviamente, se sto cercando la capitale della Francia, va bene anche una pagina enciclopedica del 2007 – la risposta è sempre Parigi. Se però ho bisogno di un particolare servizio, un prodotto o un’informazione, l’aggiornamento fa la differenza.

È quindi fondamentale aggiornare i contenuti e rendere questa freschezza evidente sia per Google che per l’utente. Come? Il modo più semplice e immediato è la data, che però va bene per molte pagine (blog, news, eventi) e per molti argomenti – programmi televisivi, sport, notizie ad esempio – ma non per tutte. Quando la data di una pagina appare in SERP, però, influenza notevolmente il comportamento dell’utente. Se aggiorniamo la data, però, dobbiamo aggiornare anche il contenuto; Google nota se viene cambiata solo la data e penalizza la pagina.

Una buona norma della SEO, da sempre, è fornire contenuti freschi e nuovi – soprattutto originali – e aggiornati. Quando un articolo è apparso in SERP e ha prodotto buone visualizzazioni, ma è ormai vecchio, può essere “rinfrescato” con nuovi paragrafi, tagli di elementi ormai datati. È una buona idea anche fare una keyword research e aggiornare la pagina sulla base dei nuovi risultati.

Quali sono le basi della SEO?

I link

I link sono ciò che muove il web, anche se ormai, forse, non ci facciamo più caso. È grazie ai link che il crawler di Google, Googlebot, scandaglia Internet trovando siti, pagine e contenuti, che poi posiziona per le diverse keyword. I link sono quindi fondamentali per qualsiasi strategia SEO. Si torna spesso a parlare dell’importanza da attribuire soprattutto ai backlink che, alla fine, si rivelano sempre molto importanti per migliorare il proprio posizionamento.

Occorre però tenere in considerazione che esistono diversi tipi di link da sfruttare, ma sempre con parsimonia. Riempire le proprie pagine di collegamenti può rendere la navigazione difficile per l’utente, distraendolo dall’obiettivo principale. Consideriamo quindi:

  • Link interni: sono appunto quelli che rimandano ad altre pagine dello stesso sito. È molto importante trovare il giusto equilibrio, perché sono proprio loro a permettere all’utente di navigare all’interno del sito, oltre a mostrare al crawler come muoversi. Vanno usati per costruire un’esperienza fluida e continua, ma senza troppe distrazioni;
  • Link esterni: rimandano a siti diversi dal nostro. Anche questi vanno usati con moderazione ma sono molto importanti soprattutto per i contenuti editoriali (news e blog) per permettere all’utente di approfondire l’argomento o di leggere direttamente dalla fonte. In questi casi bisogna ricordarsi di far aprire la nuova scheda in ‘target_blank’, così da non far uscire l’utente dal nostro sito. Sono utili anche per sezioni di case studies, references e altro ancora;
  • Backlink: sono quei link, da siti esterni, che puntano al nostro sito. Ottenere link in modo organico, con una strategia molto attenta e studiata, oppure semplicemente a pagamento è una questione dibattuta da tempo dai SEO specialist. I backlink però, se di qualità e ottenuti in modo ritenuto lecito (almeno da Google) sono un buon indice dell’affidabilità e della qualità del contenuto di una pagina. Questo li rende uno dei tanti parametri che il motore di ricerca analizza per posizionare una pagina. E come tali vanno considerati all’interno della propria strategia SEO.

Tag title

Un altro elemento cruciale, da sempre, per l’ottimizzazione per i motori di ricerca. In realtà non solo il tag title è importante, ma lo sono tutti i tag e i metatag di una determinata pagina web. È fondamentale ottimizzare in modo chiaro, comprensibile e diretto i meta e i tag title per rendere chiaro fin da subito il contenuto di una pagina – per questo ogni web page deve avere un title e una description diversa.

Bisogna prestare molta attenzione alla lunghezza di title e description, cercare di essere accattivanti ma soprattutto precisi e specifici, inserendo almeno una volta, ma in modo naturale e organico, la parola chiave.

Il tag title è la porta d’ingresso per l’utente verso il nostro mondo – il sito, una determinata pagina, un annuncio e quant’altro. Ma non solo, è anche uno degli elementi più importanti che il motore di ricerca “controlla” per verificare la pertinenza di una pagina alla query di ricerca dell’utente. Un fattore che, a dispetto delle tante evoluzioni e innovazioni, per ora rimane davvero essenziale.

Non dimenticare le immagini

La SEO si occupa di ottimizzare tutti i contenuti presenti in un sito online, e ogni elemento può incidere sul buon posizionamento di una data pagina. I motori di ricerca – Google in primis – analizzano anche le immagini presenti in un sito, e le rendono disponibili nella ricerca. Ai fini di una buona strategia SEO, quindi, non è possibile non prendere in considerazione le immagini presenti in una determinata pagina, perché queste influiscono in diversi modi sul ranking.

Perché anche i contenuti visual contribuiscano al buon posizionamento, bisogna quindi tenere in considerazione diversi fattori – e sono regole da sempre valide nell’ottica di una buona strategia SEO:

  • Il giusto numero: alcuni siti devono essere prettamente visuali, altri invece richiedono maggiori descrizioni testuali. Ogni attività e ogni realtà ha esigenze diverse (basti pensare a un e-commerce che ha bisogno di migliaia di immagini per descrivere i prodotti in vendita). L’importante è usare il giusto numero di contenuti visivi per spezzare i testi e non appesantire troppo l’occhio. Attenzione però: anche troppe immagini – se non necessarie – risultano pesanti;
  • L’attributo alt: Google, e gli altri motori di ricerca, non sono ancora in grado di “vedere” un’immagine, ma leggono i suoi metadati per capire cosa contiene. Uno dei più importanti è il tag alt, una breve descrizione aggiunta nel codice HTML per chiarire appunto il significato dell’immagine. Inserirlo è indispensabile per dare modo al motore di ricerca di capire se è coerente con il contenuto del testo, e quindi meritevole di un buon posizionamento;
  • Le dimensioni: tante immagini possono influenzare fortemente la velocità di un sito, e il caricamento di una pagina è uno dei primi fattori che possono respingere un utente. Per avere tempi di caricamento rapidi le immagini devono essere compresse – badando però di non ridurre eccessivamente la risoluzione e la qualità.

Mobile First

Da luglio 2018 Google ha ormai lanciato il Mobile First Indexing. Questo significa che, per i siti creati a partire da quella data, il crawler scandaglia prima la versione mobile del sito, e poi quella desktop – e da qui lo posiziona in SERP. Questo aggiornamento di Googlebot dà seguito alla crescente quantità di persone che naviga principalmente da smartphone – le ricerche mobile hanno infatti ormai pareggiato quelle da desktop sono in fase di sorpasso.

Cosa significa? Che uno dei fondamenti base della SEO – un vero mantra degli ultimi anni – consiste nel preparare contenuti e siti ottimizzati per una fruizione ottimale da mobile, per facilità di navigazione, design, velocità e così via. Un fattore che non può essere tralasciato, così come la sempre maggiore importanza attribuita alle ricerche local.

Quali sono le basi della SEO?

King Kontent

Il principio per eccellenza, quello che viene ripetuto a ogni festival, evento, fiera o seminario sulla SEO e sul Digital Marketing. Se volessimo parafrasare il principio base della SEO – questo sì, esistente da sempre – diremmo che

l’utente è il re, e il contenuto è il suo regno.

Un buon posizionamento, e una buona strategia di ottimizzazione, non possono prescindere da contenuti che siano utili, originali e pertinenti per la ricerca dell’utente. Se il contenuto è scadente l’utente potrà anche arrivare alla nostra pagina, ma lì si fermerà e non andrà oltre. È sempre importante fare promesse (con prodotti e servizi) che possiamo mantenere; attrarre l’utente e basta non serve più a nulla, occorre mantenerlo e fidelizzarlo, conquistarne la fiducia.

Tutto questo è possibile solo con buoni contenuti, pensati per rispondere alle domande e alle esigenze del giusto utente – e non di tutti gli utenti. E questo è un principio davvero sempre valido, non solo in ambito SEO.

Affrontare il futuro

Ma come detto, l’innovazione tecnologica, il cambiamento degli algoritmi e dei modi – oltre che delle piattaforme e degli strumenti – di ricerca comportano una continua evoluzione nelle metodologie SEO. Per cui, paradossalmente, anche il cambiamento e la capacità di affrontarlo fanno parte dei punti fermi del mondo dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Già da questo 2020, e ancora di più nei prossimi anni, l’implementazione di tecnologie come la ricerca vocale e di algoritmi di machine learning e Artificial Intelligence faranno la differenza. Diventerà quindi sempre più importante la fase di raccolta e analisi dei dati – che dovrà essere quasi immediata – e quindi di definizione strategica degli strumenti migliori da utilizzare in ottica SEO. Leggere i dati e saperli utilizzare avrà un peso sempre maggiore nel settore.

 

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